DECRETO LAVORO: LE SEI “TRAPPOLE”

DECRETO LAVORO: LE SEI “TRAPPOLE”

DECRETO LAVORO: LE SEI “TRAPPOLE”

Il decreto estivo, in materia lavoro, porta con sè un aggravio burocratico ed economico sui datori di lavoro, creando delle “trappole” nell’applicazione delle regole.

  1. Un’impresa per prorogare, rinnovare un contratto a termine, o stipulare un nuovo rapporto a tempo superiore ai 12 mesi, dovrà indicare la Il rischio concreto è quello di sbagliare e subire nuovi contenziosi da parte dei lavoratori, rendendo difficoltoso procedere alla stabilizzazione del rapporto di lavoro.
  2. La stretta sul lavoro somministrato, in quanto la rigidità si scarica non sul contratto commerciale, ma sull’agenzia privata e sul lavoratore stesso, «Che si impedisce, o quanto meno rende molto più difficoltoso, alle agenzie di assumere personale a tempo – spiega Arturo Maresca, ordinario di diritto del Lavoro all’università «La Sapienza» di Roma –. In questo modo, nei fatti, si vieta al somministratore di somministrare, con il ripristino delle causali e l’irrigidimento su durate e proroghe».
  3. Normativa più severa sui contratti flessibili con un aumento del 50% degli indennizzi, minimi e massimi, sui licenziamenti illegittimi nei contratti a tutele crescenti, rischia di produrre un effetto non desiderato, in quanto si disincentivano entrambe le tipologie negoziali.
  4. Moltiplicazione del lavoro precario, dopo un primo contratto a termine, difficilmente un’azienda assume a tempo indeterminato, ma sarà portata a cercarne una nuova. Il periodo di prova è molto importante (come dimostrano i dati Istat e Inps), una volta finiti gli sgravi, i dipendenti non vengono licenziati in massa, perché un imprenditore non si priva di un collaboratore che ha apprezzato per un periodo di 36 mesi.
  5. Il provvedimento entra in vigore da subito. Le aziende dovrebbero, in poche ore, cambiare la modalità di assunzione o di somministrazione, per questo il professor Maresca afferma che «è fondamentale introdurre un periodo transitorio adeguato per consentire agli operatori di modificare l’organizzazione del lavoro».
  6. Le regole, per come sono scritte, rischiano di applicarsi anche agli stagionali.

Fonte: il sole 24 ore