Molti lavoratori e datori di lavoro amano l’idea di lavorare quattro giorni alla settimana. Apparentemente, un orario di lavoro simile permetterebbe ai lavoratori di dedicarsi ad hobbies ed alla famiglia. Incoraggiate dall’idea di stare più tempo in spiaggia, molte persone stanno ora spingendo le aziende ad adottare questa tipologia di piano di lavoro.
Ci sono diversi vantaggi significativi. Alcune autorità affermano che un orario di lavoro distribuito su quattro giorni settimanali faciliti l’abilità di fornire attenzioni ai bambini ed eventuale assistenza agli anziani.
I sostenitori di questi orari di lavoro “compressi” – quelli in cui gli impiegati lavorano più ore per meno giorni a settimana – puntano ad avere profitti nella produttività risultanti dai decrescenti costi delle spese generali. Un risparmio aggiuntivo dei costi addizionali può essere ottenuto dalla riduzione dei tempi di viaggio settimanali di un pendolare.
Una grande varietà di aziende ha testato questo concetto, come ad esempio Amazon, Google, Deloitte e molte altre firme. Amazon ha annunciato nell’agosto scorso di stare sperimentando una settimana lavorativa di 30 ore ancora più corta per selezionare eventuali impiegati, che guadagnerebbero il 75 percento del loro salario full-time, disposti ad accettarla.
Diversi programmi pilota hanno mostrato risultati promettenti. Le statistiche provenienti dalla Società di Gestione delle Risorse Umane indica che il 31 percento dei lavoratori nel 2015 rientrava a far parte di questo orario “compresso”. È il caso di solo il 5 percento delle grandi aziende.
SEMBRAVA UNA BUONA IDEA
L’idea di una settimana lavorativa della durata di quattro giorni non è nuova. Gli esperti del lavoro stanno studiando ed esortando questo approccio fin dagli anni ’70. Per esempio, nel 2008, ricercatori della Brigham Young University, hanno condotto una serie di sondaggi fra impiegati per valutare le loro opinioni in merito. La ricerca ha mostrato come quattro quinti dei lavoratori abbia riportato giudizi positivi dopo aver provato questo tipo di approccio.
Anche altre ricerche hanno supportato lo sviluppo e l’adozione di orari di lavoro compressi. Uno studio del 1989 scoprì come queste tabelle orarie portassero ad incrementi nei livelli di soddisfazione lavorativa, anche dei manager.
ESISTONO PERICOLI NASCOSTI?
Nonostante il diffuso entusiasmo per una settimana lavorativa così corta, non c’è la convinzione che questi orari abbiano reali benefici per il business e per gli impiegati. Il problema principale è che qualunque cosa richieda di essere fatta, necessita di un compimento nelle sole 24 ore a disposizione che si hanno in una giornata.
Il ragionamento è semplice: lavorare cinque turni da 8 ore è equivalente a lavorare quattro turni da 10 ore. È vero, ma le ripercussioni sono differenti. Il pericolo sta nella disgregazione degli effetti benefici che possono verificarsi come un risultato di stanchezza e stress accumulati durante una giornata lavorativa più lunga del normale.
Il rischio di incorrere in un incidente aumenta del 37 percento nei lavoratori che hanno turni di più di 12 ore giornaliere. Il rischio è del 61 percento più alto nei lavoratori con turni di straordinari. Lavorare per più di 60 ore settimanali è collegato ad un rischio aggiuntivo del 23 percento di incidenti. Più le ore aumentano, più anche i rischi aumenteranno.
Recentemente, i dottori Xiaoxi Yao e Allard Dembe, hanno studiato più di 32 anni di informazioni sugli orari lavorativi per analizzare la relazione fra le lunghe ore di lavoro in molti anni ed il rischio di diagnosi di un disturbo cronico. Hanno scoperto che i pericoli sono diversi, soprattutto per le donne.
Le donne che lavorano per più di 60 ore settimanali, un equivalente di 12 ore al giorno, sono tre volte più propense a soffrire di eventuali problemi cardiaci, cancro, artrosi o diabete, e più del doppio ad avere problemi ai polmoni o asma, rispetto a donne che lavorano 40 ore settimanali. Lavorare solo poche ore in più, da 41 a 50 a settimana, può portare allo sviluppo di disturbi cronici nel corso degli anni.
Questi studi mostrano che non tutte le ore sono create in modo equo. La ricerca suggerisce che questo danneggiamento può verificarsi dopo diverso tempo e non necessariamente nell’immediato. Una settimana lavorativa composta di quattro giorni costringe i lavoratori a far entrare in una sola giornata più ore lavorative del solito.
VALE LA PENA DI ESSERE STRESSATI?
Oltre ai consigli per la salute, datori di lavoro e dipendenti, devono considerare l’effetto che questa modalità lavorativa può avere sulla salute mentale, sullo stress e sulla stanchezza dei lavoratori stessi.
Psicologi del lavoro dicono che non si ha un buon rendimento lavorativo quando si è stanchi o stressati. Questo potrebbe essere ancora più valido per i lavoratori più vecchi.
Inoltre, semplicemente concentrare cinque giorni da 10 ore lavorative in un orario da 40 ore settimanali può comportare più severità e meno flessibilità per famiglie e bambini.
Esistono diversi modi per rendere la vita dei lavoratori e delle loro famiglie più semplice: non lavorare più del dovuto, non stare troppo a lungo a lavoro e trovare un accordo con il proprio datore per quanto riguarda la flessibilità nell’assegnazione degli orari.
Fonte: https://theconversation.com/why-a-four-day-workweek-is-not-good-for-your-health-64516